REM è la fase del sonno durante la quale avvengono i sogni . . . in questo caso il sogno (realizzabile) è applicare i concetti di circolarità, sostenibilità, resilienza, permacultura e foresta commestibile al nostro terreno.
Il progetto mira a massimizzare l'auto-sussistenza e a minimizzare l'intervento umano. Abbiamo un bosco naturale, ripopolato di piante autoctone, una bosco alimentare o food forest e un orto coltivato in circuito chiuso con gli animali da cortile allevati: oche e anatre, galline, conigli e pecore; un apiario è anche attivo per l'impollinazione e la produzione di miele. Per fortuna, il terreno è già tenuto libero da pesticidi e chimica industriale dal 1970, quando misi le api.
Oggi teorie sviluppate e consolidate danno ulteriore coerenza e slancio a quella originaria scelta puntuale.
Abbiamo infatti fatto crescere una foresta alimentare che già produce tanta (troppa!) frutta e un orto familiare intensivo ad altezza di tavolo realizzato con compost a lasagna. Entrambi alimentano gli animali da cortile, i quali ci danno proteine per noi e concime per le piante. Foglie secche danno carbonio, erba verde porta azoto, la cenere del camino contribuisce con potassio, magnesio e oligoelementi, vecchi tronchi di legno mantengono l'umidità e infine il concime naturale ci apporta il fosforo . . . che non ha cosí bisogno di essere trasportato dalla costa del Pacifico. I pannelli solari ci danno la corrente elettrica che serve anche per pompare l'acqua, mentre la legna scalda e ci fa cucinare.
Il sogno REM del chilometro zero è dunque in gran parte possibile (io lo ho testato personalmente in due settimane di isolamento per il CoViD, in tranquilla autosufficienza). Tuttavia, è bello aumentare ancora la biodiversità (più biodiversità = più resilienza), in particolare in vista dei cambiamenti climatici, piantando dunque specie autoctone ma con un occhio alla possibilità di avere stagioni più estreme, con estati più calde, lunghe e secche, ma con un inverno che scende a meno 7 gradi.
Dove siamo carenti? Sicuramente nel processare i prodotti del campo (frutta, verdura e carne): non si può saper far tutto, sappiamo però distillare essenze!
REM is the phase of sleep when dreams occur . . . In this case the (achievable) dream is to apply the concepts of circularity, sustainability, resilience, permaculture and edible forest to our land, which has already been kept free of pesticides and industrial chemistry since 1970, when I started with bees.
However, today developed and consolidated theories give further coherence and impetus to that original punctual choice.
We aim at maximizing self-sustainment while minimizing human intervention. The project includes a food forest as well as natural forest and an organic vegetable garden managed in closed loop with our small livestock: geese, ducks, poultry, sheep, rabbits and bees.
The food forest already produces a lot of (too much!) fruit and an intensive family garden "at table height" made with lasagna-approach compost. Both feed us and our animals, those giving us proteins and fertilize the plants. Dead leaves provide carbon, green grass brings nitrogen, open fire ash contributes with potassium, magnesium and trace elements, old wooden trunks retain moisture and finally natural fertilizer (chicken & Co.) provides with phosphorus. Solar panels give the electricity (also for pumping up water), while the wood heats us and makes us cook.
REM dream of "zero-kilometre-distance food" is therefore largely possible (I personally tested it in two weeks of isolation for CoViD). However, it is nice to increase biodiversity even more (more biodiversity = more resilience), particularly in view of climate change, thus planting native species with an eye to the possibility of having more extreme seasons, with hotter, longer and drier summers; in winter, the temperature still goes down to minus 7 Celsius.
What are we missing? Surely the skills of processing the products of the land (fruit, vegetables and meat): one cannot know how to do everything. However, we know how to distil fragrances!